E' ormai assodato che Settembre è per me il mese della transizione e dell'irrequietezza. E' per questo che a Settembre riesco sempre a rivoluzionare casa o a pensare di farlo. L'ennesima conferma è arrivata anche quest'anno, quando ho deciso di dare una svolta al mio piccolo bagno.
Non lo avete mai visto e vedrete il "prima" solo ora (in realtà nel prossimo post dedicato), perché io ho sempre odiato il mio bagno.
Avete presente quando entrate nella vostra futura casa e, pensando alla ristrutturazione, iniziate a dare un ordine di priorità ai lavori, mettendo, giustamente, all'ultimo posto il bagno visto che è praticamente nuovo (nel mio caso dell'anno precedente all'acquisto)?
Ecco... non fatelo! Il rifacimento del bagno comporta una rivoluzione radicale e invasiva del vostro appartamento e, a meno che non abbiate la possibilità di una
location alternativa temporanea, sarà molto difficile che decidiate di mettervi in questa impresa. Sempre che non sia necessario.
Bene nel mio caso la necessità era semplicemente legata ad un fattore estetico (ancora mi chiedo a cosa stessero pensando i proprietari di prima quando hanno scelto una piastrella beige -orrenda- per un bagno cieco e, pertanto, illuminato solo da luce artificiale). Questa un marito italiano medio (passatemi la semplificazione) non ve la farà mai passare. Infatti.
Per farla breve non ce la facevo più e quindi ho raggiunto il seguente compromesso:
- budget limitatissimo di spesa
- radicale (o quasi) cambio dei colori, privilegiando il bianco (ovviamente)
- individuazione delle spese prioritarie e rinvio di quelle non fondamentali (più o meno) al risultato. In altre parole si cambia la postazione lavabo e ci teniamo ancora per un po' i sanitari. Ma è solo un rinvio...
- faccio tutto io (o quasi, insomma, l'idraulico è una professione che deve fare chi sa farla! E non solo questa...).
Quest'ultimo punto sapevo che mi avrebbe causato giornate, serate e nottate interminabili ma ero determinata.
Mi fermo qui,
perché questa storia va raccontata a piccole dosi. Perché è anche una storia di famiglia. E capirete le motivazioni.
L'inizio di questa storia parte quindi dalle ispirazioni che mi hanno portato a fare alcune scelte e, anche se non ho potuto realizzarle completamente, mi sono servite come linea guida del progettino che avevo in testa.
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source: 1 - 2 - 3 (Styling: Rikke Graff Juel - Photo: Anitta Behrendt) - 4 |
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Che ne dite, avete voglia di seguirmi in questo racconto e di conoscere i dettagli? Allora vi aspetto alla prossima puntata!